lunedì 23 settembre 2013

intensità 2.0 - Atto I

Quando si soffre per qualcuno, l'unico modo (o il più efficace) per sentirsi padroni di se stessi è cancellare.
Non vuoi vedere, sentire, sapere, ricordare.
Vuoi solo immaginare di aver cambiato strada, di non aver sorriso ammicando, di non aver risposto a quella telefonata....e di non aver lasciato la mano tra le sue, di non aver baciato, ogni volta, come se fosse l'ultima volta....di non aver indossato quel vestito, quella sera, quello che ti scostava dalla schiena per toccare la pelle...di non aver ascoltato quella canzone di cui ha storpiato tutte le parole solo per farti ridere...di non avere sentito quel profumo, quello che ti faceva venire i brividi quando ti restava addosso.

Ma vedi, senti, sai e ricordi. E non resta che cancellare.
Cancellare 1243 files (tra scatti e video) dall'Iphone, il profilo di fb, quello di instagram, le conversazioni di whatsapp, il numero di telefono, i messaggi. Spingere il tasto "ERASE", gesto infinitamente più soddisfacente che smettere di frequentare i suoi amici, evitare i suoi locali, insultare le sue idee, biasimare le sue passioni.
Minimo sforzo massimo risultato: giorni, mesi o anni eliminati in meno di 30 secondi. Spingendo un solo pulsante del touch screen.

E poi continui a vedere, sentire, sapere e ricordare. Il tono della sua voce (dentro la tua testa), il calore del suo abbraccio (mentre ti infili il montone), la dolcezza del suo bacio (quando mangi un gelato).
Perché le foto stanno nel cervello, le informazioni nel cuore ed i ricordi in tanti piccoli ed acciaccati neuroni.

Quindi realizzi chi sei: carne, sangue, pulsazioni. Sei contatto, olfatto, gusto, udito e vista.
E scopri il potere.
Ecco cos'è.

Essere padroni di se stessi è la vera sconfitta, la libertà è figurare una sofferenza con lucida intensità.
Possibilmente quella ben calibrata, tipo quella delllo smart phone.


2 commenti:

  1. Sai cosa è difficile riuscire a fare??Vivere il presente...siamo troppo legati al passato, pensiamo e ripensiamo a quello che abbiamo fatto e a come avremmo potuto farlo meglio o, meglio ancora, non fare questo o quello...e siamo preoccupati per il fututo...troppo desiderosi di sapere come le cose andranno a finire, cosa succederà e, ancor più, cosa non succederà...ed in tutto questo ci sfugge il presente...

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    1. ...probabilmente manca il "link". Se ci fosse un collegamento tra ciò che accade e ciò che deve accadere, ci sarebbe il motivo, la ragione.
      In quel caso, niente "se" e "ma", si sa cosa si sta vivendo e lo si fa, pienamente, totalmente, senza eccezioni né riserve.
      In caso contrario, sei trascinato dalle onde (auto-scusa) e, toccata la riva, ti chiedi cosa sarebbe potuto succedere se avessi nuotato.
      Troviamo il nostro posto e restiamo là. Saldamente ancorati.

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