giovedì 3 ottobre 2013

Nulla due volte - atto I

Caro compagno dell'asilo, elementari, medie e anche parte delle superiori, mi dispiace.

Mi dispiace per lo zaino scarabocchiato con l'uniposca, per l'astuccio rigido con i pennarelli senza tappo, per il diario con attaccate le foto di Dylan e Leonardo Di Caprio e, ebbene si, i testi delle canzoni di "non è la rai".
Mi dispiace per i vestiti della onyx, la tuta in tessuto acrilico, le camicie a quadri over, ma davvero molto molto over size. Mi dispiace per gli occhiali tondi, gli orecchini di tessuto con i fiocchetti, le dottor martens, ma, sopratutto, per il cerchietto (spesso, tondeggiante ed in tessuto) indossato con i capelli legati dietro la nuca.

Tenero, esile e spaurito compagno, mi dispiace.
Mi dispiace perché, a 4 anni, ero la stessa identica donna di adesso e tu, povero piccolo gerino tutt'ora in fase di sviluppo, non te ne accorgevi. Non è colpa mia se i power rangers, il calcio, gli aeroplani di carta ed i giochi di (seria) resistenza fisica ti impedivano di vedere che tolte quelle calze fino a metà coscia, eliminata quella frangia anni '80, pulito quel trucco che si accennava, sbavato, sulla mia pelle, c'ero io.

E adesso, dolce ricordo della fase pre e post adolescenziale, mi dispiace. Mi dispiace di indossare elegantemente le borse (anche a tracolla), di adorare il porta biglietti da visita abbinato alla moleskine, di guardare trhiller con tanto sangue, di ascoltare i Radiohead, di mettere tubini superaderenti, top a spalle nude e jeans a vita bassa. Mi dispiace perché i miei occhi vedono benissimo, i pendenti alle orecchie mi donano molto, i tacchi alti 12 cm mi slanciano da paura ed anche perché i capelli, sono sempre biondi, morbidi e profumati. Solo che, adesso, li sciolgo.

La cosa per cui realmente mi dispiace è il fatto che tu stia rosicando pensando che avresti potuto approfittare di "obbligo o verità" per fare qualcosa che oggi avrei potuto ricordare e, invece, semplicemente, no.... che ti stai maledicendo perché avresti voluto essere stato più concentrato sulla sostanziale potenzialità che avevi davanti e, invece, semplicemente, no.... che ti stai sbattendo perché anziché aggiungermi su FaceBook avresti dovuto chiedermi di uscire e, invece, semplicemente, no.

Ebbene, amabile strumento di appagamento dell'ego femminile, stai tranquillo, e non dispiacerti.
Anche a 30 anni, impara una lezione: nella vita "nulla due volte accade né accadrà (...) per tale ragione nasciamo senza esperienza e moriamo senza assuefazione".
Non te ne volere perché io non te ne voglio, ma io ti sono accaduta, a 4 anni, ed ero quella che sono ora. Tu, a 30 anni, sei quello che eri a 4.
Mi dispiace.